Growbox

Scopriamo insieme, con esempi pratici e parole semplici, cos’è e come funziona una grow box.

Una growbox è una struttura, chiusa o parzialmente chiusa, predisposta per la coltivazione e la crescita di piante e vegetali in un luogo coperto come un abitazione o una cantina.

Grazie alle grow box è possibile coltivare piante in piccoli spazi domestici e a prescindere dalla stagione climatica, proteggendo inoltre le piante da parassiti e malattie.

All’interno di una grow box si possono coltivare piante sia con metodo tradizionale, in terra, che con tecniche di coltivazione ‘fuori suolo’ come l’idroponica e l’aeroponica; grazie a queste ultime tecniche è possibile ottenere delle produzioni controllate sia qualitativamente che dal punto di vista igienico-sanitario.

Le grow box più evolute sono totalmente chiuse e realizzano un vero e proprio sistema autosufficiente per 365 giorni all’anno.

Esistono moltissime tipologie di grow box, da quella allestita con appositi kit professionali a quella fatta in casa, ma oltre al diverso livello di allestimento l’altra grande variabile è il luogo e lo spazio che ad essa vengono dedicati.

grow box

Struttura principale di una growbox

Una grow box può essere allestita tramite appositi kit commerciali oppure adattando uno spazio che si ha a disposizione nella propria abitazione, come ad esempio un vano sottoscala, un piccolo sgabuzzino ma anche elementi contenitori più piccoli, come armadi, bauli e contenitori rigidi di vario genere e dimensioni. In base allo spazio a disposizione cambierà l’allestimento interno e la capacità produttiva della grow box.

E’ anche possibile allestire un’intera stanza per la coltivazione indoor delle piante, in questo caso è più corretto parlare di grow room.

Growbox in kit

In commercio esiste una vastissima scelta di kit grow box completi composti da una struttura portante rigida, normalmente elementi tubolari in metallo, sulla quale viene fissata la cosiddetta tenda da coltivazione indoor. Queste tende sono realizzate in materiale speciale e internamente sono foderate da una speciale pellicola ad alto coefficiente di riflessione che consente una perfetta distribuzione della luce interna.

Normalmente queste grow box, una volta allestite, hanno la forma di una cabina la cui dimensione può variare da pochi centimetri – es. 40x40x120cm – fino a dimensioni molto importanti come 300x150x200cm e oltre ancora.

E’ possibile acquistare online questi kit grow box, scegliendo in base alle proprie esigenze e al proprio livello di competenza: per i neofiti è raccomandato l’acquisto di un kit completo, corredato quindi di tutti gli elementi interni già testati e compatibili fra di loro, in modo tale da ottenere un risultato garantito.

Growbox su misura

I più esperti potranno invece spaziare e acquistare i singoli componenti in autonomia, creando una grow box su misura per le proprie necessità. Realizzare una grow box su misura richiede sicuramente una certa familiarità con le diverse tipologie di prodotti oggi disponibili nel mercato dell’idroponica.

Il vantaggio di realizzare una grow box su misura è ovviamente quello di ottenere un prodotto dalle misure personalizzate che si adatterà alla perfezione nel nostro ambiente, sfruttando al meglio lo spazio disponibile.

Ma non bisogna trascurare l’aspetto della soddifazione personale che si ottiene nel costruire una grow box artigianale che richiede però, come già detto, buone abilità pratiche, esperienza e una discreta quantità di tempo a disposizione.

C’è comunque una buona notizia per i più pigri o per chi non ha oggettivamente tempo o capacità tecniche adeguate, la possibilità di acquistare delle grow box su misura tramite servizi di configurazione online.

Esattamente come per i configuratori delle auto!

Ci sono aziende che offrono il configuratore di grow box online, permettendone l’immediato acquisto, in questo caso ovviamente i costi finali saranno più alti e si perderà l’aspetto hobbistico e divertente del fai da te.

struttura di una grow box

Growbox fai da te

Diverso è il caso in cui si voglia allestire una grow box sfruttando uno spazio esistente, questa scelta richiede sicuramente una certa esperienza per capire se dimensioni e collocazione di questo spazio siano ideali per creare una grow box e se sia possibile allestire, senza troppi problemi, tutti gli elementi interni necessari a creare il sistema di coltivazione indoor.

Gli ambienti che possono ospitare una grow box fai da te sono i più disparati: intere stanze, sgabuzzini, armadi, credenze, armadietti metallici, frigoriferi in disuso, case dei computer e molto altro ancora. Ingegno e fantasia diventano due fattori determinanti per questo genere di allestimenti.

Un esempio?

Le PC Growbox sono molto diffuse tra chi vuole sperimentare e chi cerca discrezione ma rappresentano anche una piccola sfida per gli amanti del fai da te. Ingegno e fantasia sono 2 ingredienti fondamentali per realizzare una pc growbox, pensiamo ad esempio al fatto di poter sfruttare le stesse ventole originali del vecchio pc con le relative griglie presenti nel case come estrattori d’aria della mini growbox da costruire.

Tornando più in generale sulle growbox fai da te, è importante sottolineare che in base alle dimensioni della propria grow box cambierà notevolmente il tipo di impegno previsto per la sua realizzazione, sia in termini di tempo che di investimento economico da affrontare.

Volendo risparmiare leggi la seguente guida per capire come costruire una grow box economica sfruttando oggetti e materiali già presenti in casa tua o facilmente reperibili.

grow box fai da te
Costruire una grow box fai da te permette di risparmiare e di sfruttare al meglio lo spazio disponibile

Elementi interni di una growbox

Una moderna grow box può essere allestita con decine di accessori diversi, ci sono però alcuni elementi fondamentali e imprescindibili come ad esempio il kit luce o il sistema di areazione con ventilatori ed estrattori. Questi sistemi, nel loro insieme, consentono di avere il totale controllo delle condizioni interne alla grow box e di tutti i parametri fondamentali per la massima crescita e resa delle piante coltivate. Di seguito elenchiamo e descriviamo i principali elementi che compongono una grow box.

ELEMENTI PRINCIPALI DI UNA GROW BOX:

Sistema d’illuminazione

Il kit d’illuminazione ha il compito di riprodurre lo spettro della luce solare andando a sostituire completamente la fonte di luce e di energia naturale: il sole. Si tratta del principale elemento di ogni grow box e deve essere adattato per le tre diverse fasi del ciclo di vita delle piante: germinazione, crescita e fioritura.

Esistono kit luce specifici per la fase di crescita delle piante, fase in cui è richiesto uno spettro di luce azzurro-celeste, e kit pensati invece per favorire la fioritura, fase in cui è richiesto uno spettro di luce rosso-arancione. In alternativa è possibile installare dei sistemi d’illuminazione che emettono un doppio spettro di luce, in grado quindi di coprire l’intero ciclo di vita della pianta.

Lampade MH per la crescita

La sigla MH deriva dall’inglese Metal Halide e significa alogenuri metallici anche se si fa comunemente riferimento a queste lampade anche con il termine ‘ioduri metallici’. Questo tipo di lampade producono uno spettro di luce azzurro-celeste che favorisce la fotosintesi clorofilliana, agevolando la crescita delle piante. La tecnologia alla base è la stessa utilizzata per l’illuminazione degli impianti sportivi.

Lampade HPS per la fioritura

La sigla HPS deriva dall’inglese High Pressure Sodium e significa alta pressione di sodio. Le lampade HPS emettono uno spettro di luce rosso-arancio adatto a favorire la fase di fioritura delle piante coltivate.

Lampade AGRO per crescita e fioritura

Sono delle lampade ibride che riescono a coprire l’intero ciclo di vita delle piante in quanto in grado di produrre un doppio spettro di luce: luce rossa-arancione più una parte di luce azzurra-celeste. Rappresentano un ottimo compromesso per i neofiti e per chi vuole evitare la sostituzione del bulbo in corrispondenza di una nuova fase del ciclo di vita delle piante.

Lampade a LED

Così come per la normale illuminazione domestica, anche nell’illuminazione per la coltivazione indoor si è affermata – negli ultimi anni – la tecnologia LED, che offre in questo campo notevoli vantaggi. Oltre al risparmio energetico queste lampade hanno la caratteristica di non emettere calore, rendendo più facilmente controllabile la climatizzazione dell’ambiente, e soprattutto possono avere lo spettro di luce variabile rendendole adatte sia alle fasi di crescita che di fioritura delle piante. Vengono considerate da molti come una rivoluzione nel campo della coltivazione indoor.

lampada led per illuminazione indoor
Una lampada a LED con regolazione variabile dello spettro luminoso

Sistema di ventilazione

Grazie al sistema di ventilazione è possibile controllare temperatura e umidità presenti all’interno della grow box garantendo un ambiente di coltivazione ideale alle piante. Questi sistemi, più o meno complessi in base alle dimensioni della grow box e alle esigenze del coltivatore, devono garantire un costante ricircolo dell’aria con l’obiettivo di estrarre aria calda dall’ambiente e immettere aria fresca. Un impianto completo di ventilazione può essere composto da:

  1. Aspiratore per l’estrazione dell’aria
  2. Condotta flessibile in alluminio (opzionale)
  3. Aspiratore per immissione dell’aria (opzionale)
  4. Ventilatore interno (opzionale)
  5. Filtro antiodori (opzionale)

L’estrattore di aria calda andrà sempre posizionato nella parte alta della grow box in quanto l’aria calda, essendo più leggera di quella fredda, tende a salire verso l’alto. Al contrario, le griglie di immissione di aria fresca saranno posizionate nella parte bassa della grow box. In caso occorra aumentare il flusso d’aria in ingresso, sarà possibile installare una piccola ventola di aspirazione sulla griglia di immissione dell’aria, forzando quindi l’immissione dell’aria.

Il ventilatore interno risulta utile quando si ha una grow box ricca di piante e si vuole garantire l’evaporazione dell’umidità dalle foglie, questo per evitare la formazione di funghi e muffe e non avere ristagno d’aria. Vengono prodotte molte tipologie di ventilatori, sia da terra che applicabili (con sistema clip) sui tubolari del telaio, ovviamente di diverse dimensioni e potenze.

Aspiratori o estrattori aria

Gli estrattori d’aria – detti anche aspiratori – sono indispensabili per estrarre aria calda e viziata dalla grow box e sono molto simili a quelli normalmente utilizzati all’interno di cucine e bagni ciechi. Per funzionare hanno ovviamente bisogno di alimentazione elettrica e sono normalmente disponibili in tre diverse tipologie:

  • Aspiratori assiali (detti anche aspiratori in linea), hanno la caratteristica di poter essere installati direttamente all’interno della condotta, sono i più economici e hanno un basso consumo di energia ma, di contro, hanno una bassa potenza e riescono a spostare l’aria solo in condotte abbastanza corte. Altro svantaggio degli aspiratori assiali è che non consentono di installare un filtro antiodore ai carboni attivi.
  • Aspiratori elicoidali, riescono a muovere grandi volumi d’aria a bassa pressione, il loro costo è medio, hanno un’elevata capacità di estrazione dell’aria e riescono a spostarla anche in condotte di media lunghezza, fino a 4-5mt. Consentono l’applicazione del filtro ai carboni.
  • Aspiratori centrifughi (detti anche aspiratori radiali), hanno la caratteristica di muovere bassi volumi d’aria ad alta pressione, l’aria viene centrifugata e convogliata in una camera a chiocciola generando una pressione molto alta che li rende gli unici in grado di spostare l’aria in condotte lunghe (oltre i 5mt.) o con molte curve. Il loro costo è più elevato ma garantiscono prestazioni superiori e anche una bassa rumorosità. Come per i precedenti, anche con gli aspiratori centrifughi è possibile l’applicazione del filtro ai carboni.

aspiratori aria grow-box

Condotte flessibili

Sono tubi flessibili in alluminio che consentono il posizionamento ideale della zona d’aspirazione con relativo filtro antiodori. Il diametro delle condotte in alluminio varia da un minimo di 10cm. fino a oltre 30cm. in base alle dimensioni dell’impianto che si sta realizzando e alla relativa portata d’aria. Queste condotte vengono normalmente commercializzate in due versioni, una standard e una con rivestimento in materiale fonoassorbente molto utile per ridurre il rumore causato dal passaggio dell’aria.

condotte flessibili per grow box
Tubo flessibile in alluminio e assemblaggio su aspiratore elicoidale

Ventilatori interni

I ventilatori interni vengono usati per evitare il ristagno dell’aria e per la prevenzione di funghi e muffe nelle piante in quanto favoriscono l’evaporazione dell’umidità dalle foglie. Oltre a questo sono anche utili per rafforzare le piante visto che riproducono un elemento naturale come il vento. In base alle dimensioni della grow box si può optare per diverse soluzioni, dai classici ventilatori da terra a piccoli ventilatori a clip che si ancorano sui tubolari del telaio.

ventilatori interni per grow box
Un resistente ventilatore da terra e piccoli ventilatori a clip

Filtro antiodori

All’interno della grow box possono generarsi odori sgradevoli causati dalla produzione dei cosiddetti terpeni, questi elementi si formano nei tessuti e nelle resine delle piante ed essendo molto leggeri vengono facilmente trasportati dall’aria che circola nella grow box. Per ovviare al cattivo odore è possibile installare un filtro ai carboni attivi collegandolo direttamente all’impianto di estrazione dell’aria. Si tratta in pratica di un cilindro, in metallo o in plastica, che viene installato all’inizio dell’impianto di estrazione dell’aria ed è predisposto per filtrare l’aria attraverso i granuli di carboni attivi contenuti al suo interno. I carboni attivi entrano in contatto con l’aria maleodorante e hanno il potere di neutralizzarne il cattivo odore, l’aria prosegue quindi nel suo percorso verso l’esterno in quanto aspirata dall’estrattore d’aria.

La scelta del filtro dovrà essere fatta sulla base della portata d’aria dell’impianto di estrazione dell’aria, esistono infatti filtri con diverse capacità di portata dell’aria e una scelta errata può comportare scompensi al funzionamento dell’impianto di areazione.

Il consiglio è quello di impiegare un filtro con una portata d’aria leggermente superiore a quella dell’aspiratore.

filtri per grow box
Alcuni filtri ai carboni attivi e un filtro installato direttamente su un’aspiratore

Alimentatore

Nel caso sia stato installato un sistema d’illuminazione basato su lampade MH, HPS o AGRO sarà necessario dotarsi di un alimentatore adeguato alla potenza richiesta e alle caratteristiche del proprio impianto. Un buon alimentatore, oltre a garantire maggiore sicurezza per l’impianto elettrico e per le persone, può prolungare la vita media delle lampade e ridurne i consumi.

Esistono diverse tipologie di alimentatori, ma i principali e più diffusi sono:

  • Alimentatori magnetici
  • Alimentatori in classe II
  • Alimentatori elettronici

Alimentatori magnetici

Gli alimentatori magnetici hanno mediamente un prezzo molto accessibile, hanno ottime prestazioni e sono disponibili con potenze che vanno dai 150w fino ai 1000w. Il contro degli alimentatori magnetici per grow box è che tendono a scaldare e occorre quindi posizionarli all’esterno della grow box stessa e lontano da materiali infiammabili, persone e animali.

Alimentatori in classe II

Gli alimentatori in classe II non sono altro che degli alimentatori magnetici più evoluti e sicuri, che rispettano le normative per la Classe di isolamento II, questi apparecchi sono anche chiamati a doppio isolamento. La loro caratteristica è quella di essere altamente isolati in quanto il loro involucro è molto spesso e realizzato in materiale altamente isolante, hanno quindi un doppio strato di isolamento e questo li rende idonei ad essere utilizzati anche all’interno della grow box.

Alimentatori elettronici

Alimentatori elettronici e ballast digitali rappresentano la soluzione di più alto livello per il kit luce della grow box. Sono i più sicuri sul mercato e ottimi per il controllo dei consumi e per l’emissione del calore. Questi apparecchi sono in grado di ‘dosare’ la quantità di corrente erogata in base alle esigenze delle lampada utilizzata, allungandone la vita e garantendo il massimo nella stabilità d’illuminazione. Esistono anche modelli cosiddetti ‘dimmerabili’, che consentono il controllo della potenza erogata e possono quindi essere utilizzati con bulbi luce di vario vattaggio.

alimentatori per illuminazione grow box

Centralina e Timer

Attraverso timer e centraline è possibile controllare i sistemi principali della grow box come l’impianto d’illuminazione e quello di areazione. Un semplice timer, anche analogico, può bastare per regolare avvio e spegnimento dei due impianti creando quindi le condizioni per la crescita e fioritura delle piante. Centraline e timer permettono quindi l’automatizzazione di tutte le ‘funzioni’ della grow box ed è possibile scegliere tra moltissime soluzioni diverse, più o meno evolute in base alle esigenze e al budget a disposizione.

Timer analogici e digitali

La soluzione più semplice è rappresentata dai timer che possono essere analogici (detti anche meccanici) o digitali. I timer analogici sono in assoluto i più economici ma anche quelli con minori possibilità di regolazione e più suscettibili a guasti e imprevisti. Con i timer digitali è invece possibile avere una programmazione precisa degli impianti collegati e riescono a supportare anche un maggior numero di lampade collegate, con una spesa comunque assolutamente sostenibile. Un buon timer digitale deve essere dotato di batteria d’emergenza per evitare perdite di programmazione in caso di mancanza di energia elettrica.

Quadro elettrico temporizzato

Nel caso si debbano controllare più lampade contemporaneamente e in massima sicurezza è consigliabile l’utilizzo di un quadro elettrico temporizzato. Il costo di questo sistema è sicuramente più alto rispetto a un timer digitale ma si ottiene una soluzione professionale e con caratteristiche molto più avanzate. Con i quadri elettrici è possibile controllare – in base al modello scelto – da 4 a 12 lampade con vattaggi molto importanti e inoltre, grazie alla presenza di relais ad alto amperaggio, viene garantita la sicurezza degli impianti collegati, evitando cali di corrente. Alcuni modelli hanno anche la funzione ‘riscaldamento’, ossia una presa addizionale che – a lampade spente – consente di azionare un climatizzatore o un termoventilatore per scaldare la grow box nelle ore notturne.

Centraline di controllo

Nelle soluzioni più evolute si utilizzano le centraline di controllo, completamente digitali ne esistono per tutte le esigenze e  sono in grado di regolare e controllare ogni aspetto relativo ad illuminazione, estrazione aria, pressione, irrigazione, umidità ecc. In questo caso gli impianti possono arrivare ad essere abbastanza complessi e costosi, le più avanzate sono infatti dotate di molti sensori, hanno moduli che dialogano fra loro (anche in radiofrequenza) e sono controllabili a distanza tramite app e software integrati.

timer, quadri elettrici e centraline

Sistema idroponico

La coltivazione idroponica è una tecnica di coltivazione ‘fuori suolo’ dove la terra viene sostituita da un substrato inerte – composto ad esempio da lana di roccia, fibra di cocco, argilla espansa, ecc. – che viene irrigato da un’apposita soluzione nutritiva composta da acqua con l’aggiunta di fertilizzanti e nutrienti. Esistono in commercio moltissime varietà di sistemi idroponici già pronti per l’uso, da installare all’interno della propria grow-box. Questi sistemi sono dotati di una pompa in grado di irrorare lo soluzione nutritiva e creare un sistema di ricircolo che porta anche ossigenazione alle piante.

Grazie alla coltivazione idroponica è possibile ridurre notevolmente la presenza di parassiti e ottenere alte rese in tempi più brevi rispetto alla coltivazione tradizionale ma è anche vero che si tratta di un tipo di coltivazione che richiede maggiore attenzione e che perdona meno errori, basti pensare a cosa può accadere a seguito di un malfunzionamento della pompa o di un black out elettrico.

Esistono diverse tipologie di sistemi idroponici, anche piuttosto diverse fra loro, come al solito non bisogna cercare la soluzione migliore in assoluto ma occorre concentrarsi – per una corretta scelta – sulla soluzione più adatta alle proprie esigenze e al tipo di piante che vogliamo coltivare.

Sistemi passivi, detti anche sistemi Wick (a stoppino)

Sono i sistemi più semplici in quanto privi di pompa elettrica, la soluzione nutritiva viene fatta circolare grazie al principio dei vasi comunicanti e questo garantisce sicuramente risparmio nel costo di acquisto e minori possibilità di imprevisti dovuti a malfunzionamenti elettrici. Il grande svantaggio di questi sistemi è che non riescono a soddisfare il fabbisogno nutritivo delle piante più grandi che hanno bisogno di maggior soluzione nutritiva di quanto ne venga effettivamente fornita.

Sistemi DWC (deep water culture), detti anche di acquacoltura

Sono i più semplici tra i sistemi idroponici ‘attivi’, le radici delle piante sono immerse direttamente nella soluzione nutritiva che viene ossigenata, in modo molto efficace, attraverso una pompa d’aria (esterna) collegata ad una pietra porosa immersa nella soluzione. Questo è un sistema perfetto per le piante a ciclo di crescita breve, sconsigliato invece in altri casi.

Sistemi a goccia

I sistemi idroponici a goccia sono tra i più diffusi in assoluto e utilizzati sia da principianti che da esperti. In questi sistemi una pompa ad immersione distribuisce la soluzione attraverso un impianto d’irrigazione collegato a tanti gocciolatori, ogni pianta è in un contenitore separato e riceve la giusta quantità di soluzione nutriente. Questi impianti possono essere dotati o meno di un sistema di recupero della soluzione irrorata.

Sistemi NFT (Nutrient Film Technique)

La caratteristica di questi sistemi è il flusso costante di soluzione nutritiva che evita quindi il ricorso a timer di attivazione per la pompa. Dal serbatoio la soluzione viene pompata nel vassoio delle piante scorrendo sulle radici delle stesse per poi finire nuovamente nel serbatoio, in un ciclo costante di funzionamento. Sono sistemi abbastanza semplici ed economici da realizzare ma in caso di malfunzionamento della pompa o black out elettrico le piante possono risentire in breve tempo del problema in quanto le radici possono seccarsi con facilità.

Sistemi Ebb & Flow (flusso e riflusso)

In questi sistemi il vassoio contenente il substrato con le piante viene inondato temporaneamente con la soluzione nutritiva, la pompa elettrica viene poi disattivata (serve quindi un timer) e la soluzione defluisce nuovamente nel serbatoio di partenza, questo ciclo si ripete costantemente più volte al giorno. Si tratta di sistemi molto versatili in quanto è possibile scegliere diverse tipologie di substrati, anche in singoli vasi. Altro vantaggio dei sistemi Ebb & Flow è la loro ridotta altezza che consente, all’interno di una grow box, un maggior sviluppo verticale delle piante. In questi impianti possono però verificarsi alcuni inconvenienti a pompa o timer dovuti ai residui del substrato che, entrando in circolo, causano malfunzionamenti.

sistemi idroponici per growbox
Un sistema idroponico DWC ed un sistema Ebb & Flow

Strumenti di misurazione

All’interno di una growbox, in un sistema idroponico, sono moltissimi i valori da tenere sotto controllo, dalla temperatura alla percentuale di umidità fino a valori più complessi come ad esempio il pH del substrato (terra, acqua o soluzione nutritiva) e la conducibilità elettrica (EC) della soluzione nutritiva.

Misuratori di pH o pH-metro (a gocce o digitali)

I tester per la misurazione del pH consentono di rilevare il livello di acidità/alcalinità del terreno o della soluzione nutritiva e ne esistono di diverse tipologie. I più economici sono quelli a cartina e liquidi (detti anche a gocce). I kit a cartina funzionano ad immersione, una volta in contatto con la soluzione da misurare reagiscono assumendo un determinato colore, una tabella di comparazione indicherà il pH corrispondente a ciascun colore. Questi kit sono usa e getta, molto economici ma anche poco precisi nella misurazione.

Una soluzione comunque economica e sicuramente più precisa è rappresentata dai test liquidi, che funzionano sempre con un sistema di comparazione del colore assunto dalla soluzione che entra in contatto con il test liquido. I test liquidi (o a gocce) sono molto diffusi in quanto acquistabili a buon mercato e abbastanza precisi.

I più esigenti potranno invece optare per i pH tester digitali (o penne digitali), con questi tester si riesce ad ottenere una misurazione del pH estremamente accurata, basterà immergere la penna nella soluzione e leggere il risultato sul display. Unico e importante accorgimento per questi strumenti sarà quello di calibrarli periodicamente.

Misuratori di Conducibilità Elettrica (EC)

Questi strumenti (chiamati anche conducimetri) servono per misurare la quantità di ioni presenti nella soluzione nutritiva, la presenza di ioni determina la conducibilità elettrica della soluzione e grazie a questo valore è possibile capire quanto fertilizzante è presente nella soluzione e di conseguenza se stiamo nutrendo troppo o tropo poco le piante. I prezzi di questi misuratori possono variare dai 40 ai 100 euro e risultano abbastanza semplici da usare.

Misuratori di temperatura e umidità

Temperatura e umidità sono parametri di vitale importanza di ogni grow box e possono essere monitorate grazie all’uso di termometri e igrometri. La temperatura ideale all’interno di una grow box dovrebbe oscillare tra i 21 e i 28 gradi e può ovviamente essere misurata con un qualsiasi termometro per ambienti. Per i più esigenti è consigliabile l’uso di un termometro digitale con funzione min/max, in grado cioè di rilevare, oltre alla temperatura istantanea, anche la temperatura più bassa e più alta raggiunta all’interno della grow box in un determinato lasso di tempo. Questa funzione è molto comoda per accertarsi che non ci siano sbalzi di temperatura non previsti e potenzialmente dannosi per la corretta crescita delle piante.

Esistono inoltre appositi termometri pensati per misurare la temperatura del substrato, in questo caso vanno benissimo anche quelli da cucina con sonda metallica e particolari termometri idonei alla misurazione della temperatura dei liquidi come acqua e soluzioni nutritive.

Per tenere sotto controllo la quantità di umidità presente in grow box occorre invece utilizzare il cosiddetto igrometro, grazie a questo strumento possiamo accertarci che il valore di umidità sia compreso tra il 50% e il 60% circa. Questo è il valore consigliato per evitare la formazione di sgradite muffe.

Termometri e igrometri non sono particolarmente costosi e un ottima soluzione può essere quella di acquistare un solo strumento che abbia entrambe le funzionalità, chiamato termo-igrometro.

strumenti misurazione growbox
Strumenti di misurazione per grow box

Tipologie e costi delle growbox

A inizio articolo abbiamo visto che esistono svariate tipologie di grow box, abbiamo spiegato che per grow box si fa spesso riferimento ad una generica struttura chiusa, o parzialmente chiusa, predisposta per la coltivazione e la crescita delle piante e che è possibile realizzare una grow box sia con appositi kit commerciali sia con il fai da te sfruttando eventuali spazi a nostra disposizione, da un piccolo case di un computer ad una stanza intera. E’ quindi evidente che possono esserci notevoli differenze tra queste diverse tipologie di grow box, sia per dimensioni occupate che per materiali e costi di realizzazione.

Non a caso esistono tantissimi termini più specifici che fanno riferimento ad apposite tipologie di grow box, da quelle realizzate in intere stanze a quelle ricavate in spazi ben nascosti, a tal proposito ti invitiamo a leggere un interessante articolo che spiega tutte le differenze e le curiosità che si celano dietro ai tanti modi di riferirsi alle grow box.

Le grow box in kit più diffuse in Italia sono quelle realizzate con una tenda da coltivazione fissata su una struttura tubolare in metallo, la caratteristica principale di queste tende è il fatto di essere foderate nella parte interna da una speciale pellicola riflettente ideale per la corretta distribuzione dell’illuminazione nella grow box. La qualità di queste tende dipende proprio dal coefficiente di rifrazione di questa pellicola, più sarà alto maggiore sarà la capacità di riflettere la luce e distribuirla all’interno. E’ possibile verificare questo valore in fase di acquisto, normalmente viene espresso con le sigle 210d, 300d e 600d, e scegliere quello più adatto alle proprie esigenze.

Il costo medio delle grow box in kit – composte da telaio più tenda da coltivazione – può variare da un minimo di 70 € fino a un massimo di circa 400 €, con picchi però anche di 1500 € per modelli particolarmente grandi e di alta qualità.

Ovviamente bisognerà aggiungere i costi per l’acquisto e l’installazione dei principali sistemi descritti in questa guida, molto variabili – come abbiamo visto – in base a caratteristiche e qualità. Anche cercando di risparmiare si arriverà, con facilità, a importi finali prossimi ai 1000 €.

Molto diverso, e difficilmente stimabile, il costo richiesto per realizzare una grow box fai da te… in questo caso abbiamo già a disposizione uno spazio (più o meno piccolo) e tutto dipende da come decidiamo di attrezzarlo e anche da quanta fantasia e ingegno abbiamo nel trovare soluzioni economiche… è anche questo il bello del fai da te. Per un appassionato del fai da te, ma alle prime armi nell’hobby della coltivazione indoor, è consigliabile ‘sperimentare’ inizialmente cercando di sfruttare piccoli spazi come ad esempio armadietti, cabinet di vecchi computer, piccoli frigoriferi, ecc.. Il divertimento sarà assicurato e i costi finali sicuramente accettabili. Ben diverso invece il discorso per chi voglia creare una vera e propria grow room, cioè un’intera stanza dedicata alla coltivazione indoor, in questo caso occorre avere molta esperienza sul campo e anche budget non indifferenti a disposizione.

ATTENZIONE a non fare l’errore di sottovalutare i costi di gestione di una grow box avviata, dovremo infatti tenere conto della spesa, non indifferente, in energia elettrica per alimentare i diversi sistemi e per tutti i materiali di consumo e di ricambio. Un piccolo consiglio in tal senso è quello di dotare l’impianto d’illuminazione della propria grow box di luci a led, in grado di garantire consumi bassissimi, lunga durata della lampada e ottime rese, il costo mediamente più alto di queste lampade verrà ammortizzato in pochi mesi.

Un pò di storia

La coltivazione idroponica ha una storia antichissima, i primi esempi di questa tecnica di coltivazione risalgono addirittura alle civiltà azteche e cinesi, mentre l’idroponica per come la conosciamo noi ha iniziato a diffondersi a partire dagli anni ’70 dello scorso secolo; prima di allora era maggiormente utilizzata a livello sperimentale. Le coltivazioni in ambienti chiusi hanno invece una storia più recente, in Italia una delle prime testimonianze di serre per coltivazione risale al 1622 ad opera di Francesco Pona, medico e letterario originario di Verona, che nel manuale ‘Il Paradiso de’ Fiori overo Lo archetipo de’ Giardini’ parla dell’uso delle serre per realizzare i famosi giardini all’italiana.

Ma il personaggio che possiamo definire il padre putativo delle moderne grow box è sicuramente Nathaniel Bagshaw Ward, medico inglese nato a Londra nel 1791 che nel corso del 1800 fece un’importantissima scoperta che rivoluzionò i metodi di coltivazione e il mondo del commercio delle piante. Per saperne di più ti invitiamo a leggere la storia completa di Nathaniel Bagshaw Ward e della nascita delle primissime forme di grow box.

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