Terriccio per cannabis indoor, quale scegliere?

Coltivare cannabis light significa utilizzare il terreno giusto. Sfortunatamente, non è sempre semplice individuarlo. Dai terreni specifici per la cannabis ai substrati universali fino alle tipologie pre-fertilizzate, le opzioni sono davvero tante e possono creare difficoltà ai principianti.

Qual è il miglior terriccio per autofiorenti indoor?

terriccio per cannabis indoor

Non tutti i terreni sono adatti alla coltivazione della cannabis e non tutta la cannabis richiede la stessa tipologia di terreno. Quindi, la scelta del miglior terriccio per autofiorenti indoor dipende dalla tipologia che si intende coltivare, dal clima e da altri fattori.

Al di là dei suddetti fattori, ci sono alcuni tratti comuni dei vari terricci per cannabis, e sono:

  • Tessitura: la cannabis preferisce una tessitura del terreno sciolta e leggera. Quest’ultima favorisce lo sviluppo delle radici e assicura che maggiore quantità di ossigeno riesca a raggiungere le radici per garantirgli una buona salute e una crescita ottimale.
  • Capacità di drenaggio: un ottimo drenaggio è fondamentale. Quando la cannabis viene innaffiata, l’acqua non deve mai ristagnare sul terriccio, poiché potrebbe far ammalare le piante e portarle alla morte.
  • Ritenzione idrica: oltre al buon drenaggio, il terriccio canapa indoor deve avere anche una sufficiente ritenzione idrica, la quale è la capacità del suolo di trattenere l’acqua. Quindi, un buon terreno è quello capace di creare equilibrio tra drenaggio e ritenzione idrica.
  • pH: indica l’acidità o l’alcalinità. È un aspetto importante, poiché la cannabis si comporta meglio soltanto in un piccolo intervallo di pH. Un buon terriccio dovrebbe aver un pH di circa 6,0. Potrebbe andare bene anche l’intervallo tra 5,8 e 6,3, ma se fluttua troppo al di fuori, la resa sarà molto ridotta. Invece, l’alterazione del pH farà morire le piante.
  • Nutrienti: le sostanze nutritive sono fondamentali per far crescere le piante di cannabis. Siccome, durante le loro crescita, i nutrienti tendono a esaurirsi, dopo circa 4 settimane bisogna nuovamente aggiungerli al terriccio. Queste sostanze sono humus, compost, guano, ecc., che i microrganismi nel terreno trasformeranno in nutrienti.

Caratteristiche del terriccio per autofiorenti indoor di qualità

Se si vogliono acquistare miscele per invasatura, bisogna sapere che sono già “sintonizzate” in modo ottimale per la coltivazione. Invece, se si desidera una crescita più organica, il terriccio per autofiorenti indoor di qualità è di quattro tipologie:

  1. Sabbioso
  2. Limoso
  3. Fluido
  4. Argilloso

Il terriccio sabbioso è grossolano, ha un buon drenaggio ma una scarsa ritenzione idrica. Una volta annaffiato, i nutrienti come l’azoto verranno rapidamente lavati via. Possiede un basso pH.

Il terriccio limoso è medio-grosso e molto ricco di particelle organiche e di minerali. Possiede una buona ritenzione idrica ma poco drenaggio. Questa tipologia di terreno è facile da lavorare. I minerali e le sostanze organiche in esso contenute lo rendono uno dei più fertili.

Il terriccio fluido è una combinazione di sabbia, limo e terreno argilloso a cui vengono aggiunti composti organici. Per la coltivazione della cannabis è uno dei migliori terreni poiché offre un’ottima ritenzione idrica e un buon drenaggio. Inoltre è ricco di ossigeno e sostanze nutritive.

Il terriccio argilloso è costituito da particelle di minerali fini. Siccome è pesante, la lavorazione è piuttosto difficoltosa. Però contiene molte sostanze nutritive e minerali, che lo rendono veramente ottimo per le coltivazioni biologiche di cannabis. Trattiene bene l’acqua, ma il drenaggio è un po’ scarso.

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